Indovina chi non viene a cena

 

Il grande assente, giustificato, di questa stagione è piccolo, compatto, tondeggiante e bicolore.
Minuscola opera d’arte moderna che, per tinte, definiremmo minimalista e molto contemporanea mentre ha una storia millenaria che da una ventina d’anni è anche presidio Slow Food.
Gli appassionati se ne saranno già accorti ma a noi piace raccontarla la storia di questa assenza, perché è una storia di scelte, di tempo, di natura da rispettare. 

Normalmente a giugno si semina, a Polizzi il fagiolo Badda. Varietà autoctona - praticamente esclusiva - madonita, unico per gusto e digeribilità. In semina a giugno, raggiunge tra luglio e agosto la piena fioritura, e finalmente a ottobre si possono raccogliere e selezionare i baccelli per le nostre squisite zuppe delle feste, piatto per cui è particolarmente adatto visto che in cottura rimane sodo e mantiene tutto il gusto in una buccia sottile ma resistente.

Antonino si è dispiaciuto assai quando lo abbiamo chiamato per ritirare i nostri pacchetti “Quest’anno il tempo è impazzito. Già il caldo di agosto bruciò metà dei fiori e i pochi che ho potuto salvare se li stava mangiando la pioggia assurda di settembre. A raccoglierli facevano muffa sicuro”.

E che si fa, Antonino? “Aspettiamo, che dobbiamo fare? E difendiamo i campi dall’invasione di animali selvatici ché tra cinghiali, daini e lepri siamo attaccati da tutte le parti. Ma io prima di fine novembre non li potevo toccare i baccelli. Ora li sistemo e forse a febbraio li avremo”.


Poi dice che siamo fissati, noi, con ‘sta storia della sostenibilità, ma vedi quanto poco ci mette Antonino a inquadrarla, la storia: attendere, difendere, curare.