La ritualità del caffè, avvolgente, profondo, profumato che attraversa 4 generazioni, lentamente e inesorabilmente, antico, nuovissimo, radicato ma cosmopolita, trasformista, divertente: Morettino, da Palermo al mondo, senza fretta.

Arturo, Angelo, Alberto, ancora Arturo, Alessandro, Andrea… solo nomi che iniziano per A, ed è successo, racconta Andrea Morettino, quasi per caso, come accadono le cose, come accadono le tradizioni. 4 generazioni di A maiuscole con una sola passione: l’oro nero del risveglio italiano che italiano non è (anzi: non era…), il caffè.

Comincia nella bottega di Spezie e Coloniali, a San Lorenzo ai Colli, frazione residenziale di Palermo, Sicilia, anni 20 e il caffè è solo una tra le cose curiose della bottega.

Saranno Arturo e poi il figlio Angelo a cominciare ad allevare la passione.

Negli anni 50 Angelo Morettino, lavoratore instancabile, confeziona miscele, sperimenta metodi, crea la torrefazione. Fa tutto: tostatura, miscele, consegne, pubbliche relazioni, in un momento storico in cui i bar sono spazi di cultura, incontro, vita sociale.
Fino agli anni 80 quando i figli cominciano ad aiutarlo entrando poi in azienda.


Concetti rivoluzionari per gli anni 80

La vera rivoluzione è tornare alla ritualità del caffè, che è condivisione e consapevolezza, ecco perché puntiamo a una nuova, o rinnovata, cultura del caffè. Da qui la scuola, il museo, le degustazioni, l’esperienza del caffè.

Perché non c’è un solo caffè, ce ne sono moltissimi:
c’è un caffè del mattino, potente, profumato, rituale che vuole una miscela vigorosa, piena, con la moka. L’espresso è perfetto per la metà mattina o il pomeriggio, mentre la sera chiede un caffè morbido, elegante, con una componente di piacere che si esprime meglio con un filtro all’americana, in tazza calda da tenere tra le mani. Ma questo significa conoscere la bevanda, dedicargli tempo.
Sulle varie anime del caffè e i suoi usi abbiamo sviluppato percorsi di formazione per gli operatori del mondo della ristorazione, per valorizzare al massimo le potenzialità di una
bevanda che può essere declinata in vari modi: dall’espresso di fine pasto all’uso nella cucina gourmet, fino alla coffee mixology.

Beh del resto da noi si è sempre bevuto caffè e zammù


E nel nord Italia i caffè corretti, e ovunque l’Irish coffee, basta guardarsi intorno per scoprire che queste cose esistono, basta valorizzarle, sperimentare

La nostra è una naturale vocazione alla sostenibilità. Portiamo avanti una lavorazione lenta della materia prima, 30 anni fa abbiamo introdotto la tostatura ecologica ad aria calda e pulita, da anni produciamo miscele biologiche, usiamo packaging ecosostenibili. Questi sono alcuni dei pilastri del progetto ben più ampio Morettino Green.


E piantare semi…

Papà è un appassionato visionario. I semi li ha avuti negli anni 90 dall’Orto Botanico di Palermo, li desiderava moltissimo ma non aveva alcuna certezza che funzionasse, perché fino a quel momento le piante di Arabica erano state coltivate sempre nella serra dell’Orto botanico - arrivando dal Corno d’Africa ai primi del ‘900.
Quando mio padre Arturo li piantò, non tutti riuscirono a germogliare e crescere.

Per anni abbiamo osservato, sperimentato, assaggiato il caffè della nostra piccola piantagione sperimentale. Fino al 2021 con il suo clima tropicale: caldo incredibile, improvvise piogge torrenziali, piante rovinate ma anche doppie fioriture e finalmente la natura ci ha restituito - nell’anno del centenario - tutto l’amore che avevamo donato nel tempo, ed è stata un’emozione straordinaria!


Ma il clima impazzito ci preoccupa…

Sicuramente, ma bisogna anche cercare di capire come trasformare questo in opportunità per la terra. Anche questo è rispetto della natura, lavorare per rigenerarla ma anche assecondare i suoi tempi in tutti i sensi.
Da anni in Sicilia si coltivano kiwi, mango, avocado, è una prospettiva che può riportare i giovani alla terra.
Anche per questo motivo nel progetto sperimentale di coltivazione del caffè in Sicilia abbiamo coinvolto l’Università di Palermo, ricercatori, assaggiatori. Non si tratta di resistere ma di rigenerare e partire dalla “vecchia” terra per fondare una nuova cultura.

Ri-esistere per la coltura?

Come fa la terra e come fa il caffè.
Ma lo sai che il nostro caffè sa di carruba e pomelia bianca?
Che ha sentori di zibibbo?

Questo dipende dal terroir, proprio come nel vino. Il mondo del caffè ha tante affinità con quello enologico, le sfumature di aroma e gusto dipendono da vari fattori: origine, specie botanica, metodo di raccolto, processi di lavorazione, dalle curve di tostatura, fino al metodo di estrazione.
Per questo invitiamo sempre i consumatori a bere il caffè “al naturale”, senza zucchero, per apprezzare in pieno le caratteristiche di quella miscela o singola origine. E anche per questo suggeriamo di non definire “caffè amaro” il caffè non zuccherato: l’amaro è una caratteristica di alcuni caffè e se un caffè è buono e fatto bene non hai bisogno di correggerlo con lo zucchero!


Altre minacce oltre allo zucchero?

La velocità. Il caffè è lento, da coltivare, da preparare, da consumare. L’invasione nel mercato del monoporzionato e alcuni processi industriali lo rovinano, lo rendono malsano, lo ammalano e lo uccidono.

In tazzina ci vogliono scienza e coscienza, dice Arturo, che segue i processi di ricerca e sviluppo Morettino secondo una filiera controllata dai coltivatori alla stagionatura con il giusto tempo, fino alla tostatura. E per questo diffondiamo cultura del buon caffè, per un consumo consapevole, perché l’innovazione si traduca in consapevolezza.


Presenti in più di 40 paesi, 5 generazioni, innumerevoli miscele: qual è il segreto?

Siamo curiosi, ci divertiamo, siamo innamorati, il caffè
è un mondo di relazioni, noi siamo una famiglia.