Facciamo la differenza? A fare gli indifferenti sono bravi tutti

Nutrire la bioversità

Proviamo un altro metodo, sperimentiamo un altro gioco, innamoriamoci di nuovo di ogni cosa: della nostra casa, delle nostre persone, di quell’angolo di cielo sbilenco smaltato di azzurro che sbuca dalla finestra. Del basilico sul davanzale, del profumo del gelsomino, dei pomodori secchi della zia, della tenacia delle formiche in cucina, maledette (o benedette?).

L’Italia è in cima alla lista per biodiversità in Europa, cioè è il territorio che nutre il maggior numero di specie animali e vegetali. Lo dobbiamo al clima - che va dai freddi del nord alle temperature semicontinentali della pianura padana, giù fino al clima mediterraneo delle nostre coste. Lo dobbiamo alla natura collinare e montuosa del paese che crea un ambiente profondamente eterogeneo. Lo dobbiamo all’uomo  Sarebbe molto bello pensare di doverlo anche all’umanità perché è l’umanità che abita questo spicchio di pianeta e che se ne nutre. 

 

Provare per scegliere

“Come fai a dire che non ti piace se non lo hai assaggiato?” 

Così mi apostrofava mia madre ogni volta che rifiutavo il cibo. E c’è qui tutto un mondo e un modo, una lezione unica e preziosa: provare per scegliere. Solo se provi puoi dire “sì” o “no”. 

E provare significa valutare cose diverse, modi diversi di fare le cose. Per questo ci piace lavorare per difendere la (bio)diversità, cercare strenuamente di difendere il benessere delle persone e del pianeta. 

Così qui proviamo quotidianamente di tutto: ricette, cibi di ogni genere - la “materia prima” da noi si ripete così tante volte che dovremmo ribattezzarla “materia ennesima” - e poi vini, bibite, ortaggi. Ma proviamo anche metodi, processi, sistemi. Sbagliamo spesso e riaggiustiamo il tiro. 

 

Scegliere per cambiare

La questione non si può sintetizzare in buste in TNT o in packaging riciclabili o in metodi alternativi per la gestione dei rifiuti, ma questi sono pur sempre tasselli, piccolissimi ma fondamentali. Né si sintetizza nella scelta dei fornitori, argomento sfaccettato e complesso perché che si tratti di allevamenti, caseifici, agricoltori, la media è una valutazione su decine di parametri: è buono? Si tratta di un’azienda sana? Come tratta gli animali? È davvero biologico? Dove conserva il raccolto? Come lo trasporta? E noi possiamo sostenerlo in qualche modo perché sia ancora più sostenibile?

Non è epico ma è una quotidiana Odissea, assediati da Proci che maltrattano ciò che amiamo perché non ne conoscono il valore, ostacolati da ciclopica cieca indifferenza, semplicemente scegliamo di proteggere la nostra casa che è la terra. La proteggiamo amando ogni angolo, sperimentando di continuo, tentando vie diverse per ogni singolo passaggio del processo perché è facile riempire uno scaffale di buon cibo, il difficile è decidere come farlo, in questo cerchiamo ostinatamente di fare la differenza.

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