Cose che desideriamo ad ogni costo, cose semplici che contano così tanto che non esiteremmo a gettarci nel fuoco, cose che vogliamo ad ogni costo. Cose come la salute, la serenità dei nostri cari, cose come il tempo, per esempio. 

Ma quanto vale il tempo? La Natura ce lo insegna ogni giorno, ce lo insegna il clima, parliamo di colture, fioriture, semine tardive o anticipate, parliamo di annate ma anche di conservazione, di cura, di scadenza del cibo.
Cose che non vanno sprecate: il tempo e il nutrimento. 

Stiamo parlando del nostro tempo sulla terra, del tempo della terra, delle nostre giornate. Del nostro lavoro. Di quanto spesso diamo per scontata la sola cosa che non va mai in saldo, che non è mai in offerta: il tempo.

Ci racconta Sergio Capaldo che la terra si è impoverita e solo un ecosistema sano, è in grado di trattenere e incanalare l’acqua, per esempio non facendola tracimare male in disastri idrogeologici. La sua idea è circolare: parla di ripristinare un sistema in cui microbi “buoni” e microbi “cattivi” interagiscono nello sviluppo della vita: il bene e il male in una visione poetica che ha profondi fondamenti scientifici. E certo è un lungo processo ma a saper aspettare quanto guadagniamo?

Basta che c’è la salute, rispondiamo cento volte al giorno. Per noi investire sulla salute - nostra, e dei nostri clienti - comporta una continua ricerca e una affannosa mediazione tra valori. Il più delle volte risolta con servizi specifici: la verdura tagliata in vaschette riduce lo spreco su due fronti, il nostro e il vostro, per esempio. A noi il nostro lavoro - scegliere, pulire, tagliare - a voi il tempo e una qualità migliore di tavola e di vita. Ecco che il nostro lavoro diventa il vantaggio di qualcun altro.

Lavorare con produttori locali, aiutarli in scelte sostenibili è un costo che ci da il vantaggio di garantirvi prodotti controllati, sani, di stagione. E pazienza se non troverete i carciofi a luglio o il Fagiolo Badda, la terra ha i suoi cicli e forzarla è inutile e pericoloso e non è un vantaggio per nessuno. D’altra parte l’attesa è parte del desiderio, la stagionalità fa le tradizioni, la cucina delle nonne ce lo racconta bene: i buccellati di natale, per esempio, nascono per utilizzare i fichi essiccati a settembre, per non buttarli via. E se questo si traduce in un costo - di tempo e lavoro -  proviamo a ribaltare il concetto, chiediamoci - in vece che quanto costa - quanto vale

L’alternativa? Magari ce ne sono mille, milioni, ma vanno valutate a 360 gradi. Certo per risparmiare tempo posso ricorrere al cibo surgelato, ma chiediamoci come mai costa meno. Siamo disposti a convertire questo minor costo in minor apporto? Dove ricade questo minor costo? 

Quanto costa ma anche “a chi” o “a cosa” costa risparmiare? In fondo è questione di scelta e scegliamo ogni giorno dove fare la spesa, come andare a lavoro, cosa mangiare e cosa indossare. In fondo “come spendi mangi”, e “come” è un simpatico avverbio, interrogativo e modale.
Ecco, chiediamoci sempre in che modo scegliamo.