Un contadino non getta semi a caso, e un’eredità, perché sia tale, non deve necessariamente essere materiale” M. Mancini

 

Il fatto è che certi semi nascono perfetti, proprio come certi esseri umani. Sani, pieni di opportunità, con tanta strada da fare. Ma, dal campo al piatto, il seme fa un sacco di cose, gli accadono un sacco di cose: una volta piantato cresce, si fa pianta, matura, diventa frutto. E il frutto a sua volta fa un sacco di cose, anzi gli fanno un sacco di cose. Raccolto, conservato, trasportato, trasformato, miscelato con altri frutti.

Tutto ciò che possiamo fare noialtri, qui, è controllare il curriculum vitae di questo benedetto seme, e quando ci sembra che abbia fatto buone e belle cose, sceglierlo e magari metterlo alla prova, così quando arriva nello scaffale, sappiamo esattamente cosa porterai a casa. Tutto ciò è semplicemente più facile se la filiera è corta, se il nostro seme non ha trascorso mesi in magazzino e se la pasta che è diventato non viaggia per fantastiliardi di strade. 

Et voilà, la notizia è che in Italia esistono pastifici con il grano nel cuore, anzi, per la precisione esistono campi di grano con dentro il pastificio. 

Ve la immaginate la felicità del seme che viaggia in prima classe anzi, che va a piedi a farsi farina? Niente jet-leg, niente mesi da passare in noiose sale d’attesa a prendersi un malanno, niente ritardi: quando è maturo lui prende e va. 

A prendersi cura di lui, una famiglia che fa questo da generazioni, da quando Nonno Mariano coltivava frumento scegliendo di usare solo semi adatti a quel territorio. Il resto è arrivato grazie alla tenacia di suo nipote che ha portato avanti la stessa storia: grano, territorio, attenzione. 

Qui, in mezzo ai campi è così sorto il pastificio, realizzato per avere il minimo impatto ambientale e paesaggistico. Qui la coltivazione si fa seguendo una attenta rotazione, così il terreno si fertilizza da solo, grazie alle diverse colture, anche per questo la pasta Mancini va ad annate, come il vino, non è mai uguale ma ugualmente buona. 

La farina viene conservata usando solo il freddo, senza additivi chimici e viene essiccata in un complicato equilibrio di temperatura, umidità, ventilazione e riposo e per certi formati ci vogliono anche più di 40 ore

Trafilatura al bronzo per mantenerla porosa, trafile circolari così l’impasto si distribuisce in modo omogeneo e ovviamente confezioni riciclabili. No ma quelle, almeno, non le fanno loro, i Mancini si occupano del seme fino a che non diventa pasta, poi sul suo vestito buono e interamente riciclabile, scrivono l’annata e lo lasciano andare, libero di finire nel tuo piatto di pasta al pomodoro, sicuri di averlo allevato bene sin dalla sua nascita e che, come gli esseri sani e colmi di amore, non potrà che far bene anche a te.

 

 “Mio nonno è stato un seme, adesso è tornato ad esserlo per tutti” Massimo Mancini