Un’aria diversa 

Chi pesca e chi coltiva, chi va a caccia e chi va in ufficio, chi insegna, chi ricerca, chi studia, chi scrive e chi legge, chi cucina, chi viaggia: stiamo solo parlando di persone.

Di esseri umani - e non - che fanno il proprio percorso, il proprio ciclo incrociandolo con gli altri, altri cicli e altre persone. 

Quello che facciamo ogni giorno è scegliere, ognuno nel proprio mondo: scegliamo come lavorare, come parlare, come vivere anche quando non ce ne rendiamo conto, in fondo, stiamo scegliendo a cosa dare priorità e cosa ignorare. Il cibo è la cosa più naturale del mondo eppure questa natura è fatta di milioni di processi, fantastiliardi di particelle che si muovono e muovono altri processi per far sì che in tavola possiamo mangiare il pesce, bere il vino, spezzare il nostro pane e sentirne il profumo. 

 

Scegliere vuol dire discernere, vuol dire separare il grano dalla zizzania il ché comporta volontà e conoscenza. Scegliere significa “aver la possibilità di scegliere”, avere più opzioni. 

Questo amiamo del nostro lavoro e questo vale probabilmente per molti altri mestieri: avere la possibilità di scegliere e condividerla.Valutare le differenze tra due o più prodotti, osservare il lavoro dei produttori e sostenere chi riesce a fare la differenza significa tutelare la possibilità di scegliere.

 

Dunque finché c’è differenza c’è speranza: finché uno stesso territorio produrrà infiniti vini, c’è speranza (e c’è gusto), finché potremo assaggiare i prodotti del mare e coglierne le incredibili sfaccettature che dipendono dalla stagione, dalla conservazione, dalla cura degli uomini, c’è ancora molta speranza, finché riusciremo a preservare tante varietà di grano, tante storie, tradizioni, cultura, fino ad allora c’è futuro